Come scegliere una scatola di cartone per imballaggi

Cos’è e come è nata la scatola di cartone così utilizzata in molteplici ambiti del packaging?

Lo chiediamo a Stefano Ingafù titolare della Oltr3 srl azienda leader nella produzione e commercializzazione delle scatole di cartone americane per imballaggi.

-Ciao Stefano, ci puoi raccontare una breve storia su questo involucro divenuto imprescindibile ai fini di qualsiasi trasporto e immagazzinamento?-

– Con piacere. Sembra che il primo imballo di cartone sia nato in Cina nel 1400 ma la prima apparizione in Europa la si fà risalire ai primi dell’Ottocento in Inghilterra a fronte dello sviluppo industriale dell’economia. All’inizio era semplice cartone ripiegato, poi nacquero varie tecniche di assemblaggio e varie tipologie di fustellature. Col tempo vennero poi disegnate molteplici forme di di imballo e svariate forme di scatole. Ai giorni nostri il mercato offre non solo diverse grammature per diversi tipi di trasporto, offre anche svariate tipologie di chiusure e innumerevoli tipi di strutture studiate appositamente per la protezione del contenuto nell’ambito dei vari spostamenti a cui lo stesso va soggetto.

In sostanza la scatola non è più semplicemente un imballaggio è invece un vestito su misura progettato in maniera specifica in virtù dei pesi dei volumi, della consistenza e della fragilità che caratterizzano l’oggetto della spedizione o dell’immagazzinamento. La chiusura, il coperchio e lo spessore del cartone che identificano la scatola variano in funzione della destinazione d’uso.

Sostanzialmente esistono due tipi di scatole:

  • Una è quella americana. Risulta particolarmente economica e resistente perchè viene prodotta utilizzando un unico foglio. Oltretutto offre il vantaggio che nelle esigenze di stoccaggio risulta di facile gestione in quanto viene fornita stesa e solo successivamente viene montata. Il suo limite è nella forma. Infatti non lascia spazio alla creatività essendo sempre con una architettura di tipo cubica o di tipo parallelepipedo. La colorazione è sempre di tipo avana, più resistente allo sporco ma con un minore impatto visivo essendo usato nella maggior parte dei casi e limitando gli effetti della grafica.
  • L’altro tipo di scatola è quella fustellata. Offre una elevata personalizzazione e pertanto permette una maggiore identificazione del brand. È un tipo di scatola che permette di esprimere una elevata capacità seduttiva al primo impatto visivo. Ha un processo lavorativo più complesso essendo fatto di più passaggi, dalla fusellatura alla fustellatura, all’incollaggio. La sua colorazione è sempre bianca. Il bianco permette di far meglio risaltare la grafica di un logo ma è più soggetto a sporcarsi.

Entrambe i tipi di scatole sono realizzate con cartone ondulato ed entrambe risultano molto resistenti al peso. L’ondulazione è progettata per offrire una particolare robustezza nei confronti di eventuali impatti ortogonali rispetto alla disposizione delle righe. L’ondulazione del cartone si differenzia per la densità delle righe e per la larghezza di ogni riga. La misura e la quantità dalle onde varia a seconda del livello di protezione che si ritenga essere ottimale per il contenuto, e nell’ambito dei trasporti e nell’ambito dell’immagazzinamento.

Su ogni tipo di scatola possono essere impresse una serie di informazioni relative alla fragilità del prodotto, alla temperatura ottimale di conservazione, al posizionamento in piano. Oltre a quelle di cui sopra possono essere riportate informazioni di tipo amministrativo finalizzate agli inventari e all’immagazzinamento.

– Grazie Stefano, buon lavoro.-

– Grazie a voi.-