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Così si diventa traduttori professionali

Quella del traduttore professionale è una figura che è spesso sottovalutata dai non addetti ai lavori: in realtà, soprattutto negli ultimi tempi è caratterizzata da una serie di competenze che non si può fare a meno di possedere e che vanno ben al di là della ovvia conoscenza della lingua in cui ci si vuole cimentare. Particolare attenzione deve essere prestata, per esempio, ai Cat Tools, che sono dei programmi informatici sempre più richiesti a livello lavorativo nelle agenzie. Le doti che un buon lavoratore professionale deve possedere sono molteplici: in primo luogo, la capacità di rispettare gli impegni assunti, e – di conseguenza – la massima puntualità per non sforare rispetto alle tempistiche concordate. A volte, infatti, può capitare di ritrovarsi alle prese con un lavoro che si rivela più lungo o più complicato del previsto: non è da escludere la possibilità che si lavori anche di notte.

Per ciò che concerne il percorso di studi più indicato, i corsi di laurea in mediazione linguistica, in interpretariato o in lettere straniere sono i più consigliati, ma è bene tenere presente che non vi sono limiti o obblighi particolari da questo punto di vista: una persona di madre danese e padre italiano, per esempio, potrebbe rivelarsi una traduttrice di danese eccellente anche se si è laureata in economia, proprio perché conosce la lingua e il contesto culturale in cui essa si è sviluppata.

Non solo: in tutta Italia vengono organizzati da parte da scuole e istituti specializzati dei corsi ad hoc che sono destinati proprio a coloro che hanno intenzione di qualificarsi per intraprendere la carriera di traduttori professionisti. Si tratta di corsi che permettono di studiare a distanza, in modalità offline, al computer, e che una volta terminati permettono di ricevere un attestato di qualifica professionale.

Nell’ambito di questi corsi si può diventare esperti di mediazione linguistica di testi di natura tecnica, di natura legale, di natura medica o di natura tecnologica, ma anche di revisione di materiale per l’editoria e libri, di internazionalizzazione di trattati, di traduzione di accordi commerciali e di contratti e di localizzazione di prodotti software e hardware per multinazionali attive nel settore tecnologico. Non solo: i corsi permettono di entrare in contatto anche con gli aspetti pratici dell’essere un traduttore professionale, come la presenza di associazioni di categoria a cui fare riferimento in caso di difficoltà, la conoscenza delle tariffe applicate dai freelance e il codice di deontologia professionale.