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Vendita dell’oro usato: ecco gli sbagli che si commettono

Quando si decide di vendere il proprio oro usato sono numerosi gli errori che vengono commessi, seppur in buona fede, affacciandosi al mondo dei compro oro, principali interlocutori di qualsiasi cittadino intenzionato a cedere i propri gioielli in cambio di una somma – si spera – congrua al prodotto.

Ecco dunque i principali errori commessi dai consumatori quando decidono di vendere oro. Le fasi da distinguere sono due: prima della vendita e durante la vendita.

Prima della vendita

Uno degli errori più comuni che vengono commessi quando si decide di vendere i propri gioielli in oro (o in argento, il concetto è lo stesso) è quello di non procedere ad adeguata informazione preventiva. Le quotazioni oro sono il primo passo per avere un quadro più chiaro di ciò che verrà corrisposto in cambio dei propri gioielli.

Il prezzo dell’oro usato, infatti, è determinato da un preciso valore (lo stesso in tutto il mondo) stabilito due volte al giorno da un ente specifico deputato a questa operazione (la  London Bullion Market Association di Londra). Da quel valore si determinano tutte le conseguenti quotazioni di mercato: l’oro puro 24 kt, l’oro 18 kt etc.

Chiunque decida di procedere alla vendita del proprio oro usato è tenuto a conoscere il prezzo dell’oro ufficiale, al fine di non incorrere in brutte sorprese e soprattutto avere un’idea più chiara prima ancora di accedere al punto vendita.

In secondo luogo, sarebbe importante avere più di un preventivo prima di avviare la reale compravendita. Ciò comporta recarsi in più di un esercizio commerciale che compra oro usato e richiedere una stima approssimativa.

Questa operazione può essere importante per due motivi: anzitutto per capire se ci sono delle oscillazioni o meno (in caso di operatori onesti, tendenzialmente le varie quotazioni dovrebbero coincidere) e in secondo luogo per appurare, rispetto alla quotazione ufficiale dell’oro, quale sia il “calo” che ci si dovrà aspettare.

Vendere un oggetto in oro usato comporta infatti necessariamente un decremento dalla quotazione ufficiale, che comprende – più che l’usura, relativa, del prodotto – principalmente i costi che l’esercente dovrà sostenere per ricondizionare il prodotto e rimetterlo in vendita, più il classico margine commerciale.

Si tenga conto che tale calo, generalmente rappresenta comunque una percentuale esigua e non sempre viene applicato.

Durante la vendita

Una volta arrivati presso il punto vendita che si ritiene adatto per l’operazione, è molto importante controllare alcuni dettagli che testimoniano l’onestà e la trasparenza dell’esercente. La mancata attenzione su questi aspetti, infatti, può indurre il consumatore ad affidarsi ad un punto vendita “opaco” che potrebbe danneggiare economicamente chi decide di vendere il proprio oro.

In  primo luogo deve essere ben visibile un calcolatore che mostri la quotazione dell’oro usato di oggi. In secondo luogo è fondamentale capire se quella quotazione sia riferita alla sola vendita o vincolata ad una permuta. Molto spesso infatti accade che alcuni compro oro effettuino “super valutazioni” che tuttavia si attivano solo in caso di acquisto nuovo prodotto in cambio.

Inoltre, la bilancia (preferibilmente digitale) su cui verranno pesati i prodotti deve essere ben visibile sia all’esercente che al venditore del gioiello, nonché provvista di tutti i certificati di idoneità rilasciati dagli enti preposti.

Infine, ogni punto vendita è tenuto a rilasciare apposita documentazione relativa alla compravendita andata a buon fine, contenente dettagli e foto del prodotto, anagrafica del cliente e specifiche sui pagamenti. Mai fare l’errore di non ritirare questa documentazione, poiché rappresenta una chiara riprova di onestà e osservanza delle leggi da parte del compro oro (oltre che, nell’eventualità di qualche discrepanza, costituisce una prova per un’ipotetica rivalsa).