Avere fiducia in se stessi, che cosa significa precisamente? Avere fiducia in se stessi significa essere pienamente coscienti delle proprie capacità, abilità e valori, tanto da non sprofondare in un abissale stato di insoddisfazione e tristezza ma vivere in salute, felicità e positività.
Ognuno di noi ha una certa quantità di fiducia in se stessi: c’è chi è più fiducioso delle sue potenzialità ma c’è anche chi ogni giorno lotta col proprio “io” per vincere le sfide che gli si presentano. Per diventare consapevoli delle proprie potenzialità il percorso da intraprendere non è certamente breve. In questo articolo proveremo a spiegare, dapprima, come avere una seppur minima dose di fiducia in se stessi; dopodiché, proveremo ad identificare i migliori stratagemmi per avere più fiducia in se stessi.
Sarà capitato a tutti di alzarsi al mattino ed avere poca voglia di fare o di affrontare la giornata che sta per arrivare. Probabilmente questo è essenzialmente dovuto, anche non direttamente, ad una scarsa autostima. L’autostima è una variabile risultante da un mix di come ci vediamo noi e di come ci vedono gli altri. Se ci sentiamo profondamente sicuri di noi stessi, ma le altre persone ci vedono come “insicuri”, la nostra autostima potrebbe risentirne. Ed è vero pure il contrario: se ci sentiamo poco all’altezza di vivere la vita, ma gli altri ci vedono come dei veri e propri miti, la percezione che la nostra autostima ricava da queste sensazioni opposte è alquanto deleteria.
Per avere più fiducia in se stessi, bisogna resettare i nostri pensieri. Questo significa che, se fino a questo momento si è avuto una sorta di orientamento pessimistico verso le evenienze della vita, adesso è il momento di dire “stop!”. Cambiare l’atteggiamento mentale da pessimistico ad ottimistico è possibile e lo si consiglia vivamente. Ma questo non vuol dire vedere tutto rose e fiori. Significa, invece, prendere le difficoltà che la vita quotidianamente ci offre come una sfida alla quale si deve partecipare.
A queste sfide, è bene ricordarlo, non bisogna uscirne vittoriosi a tutti costi; l’importante è affrontarle con un atteggiamento mentale positivo, orientato cioè all’ottimismo. Quando saremo in grado di modificare il nostro atteggiamento mentale da negativo a positivo, avremo già fatto il 90 % del lavoro, e saremo già vittoriosi. Non importa poi se l’esito che avrà la prova sarà poco soddisfacente.
La strategia del pensiero positivo non è difficile da adottare, sebbene richieda un po’ di pazienza ed un po’ di allenamento. Per allenarsi a pensare positivamente bisogna innanzitutto cominciare a vedere le cose in un’ottica diversa. Se poi questo ci è praticamente impossibile, almeno si provi a fingere una certa fiducia in se stessi. Aumentare fiducia in se stessi grazie al meccanismo della finzione è possibile e si noterà come, dopo un certo periodo passato a fingere fiducia in se stessi, anche il nostro cervello si abituerà all’idea. Ovvero, si modellerà sulla base di convinzioni positive. Provare per credere!
Per avere più fiducia in se stessi si possono poi prendere tutta un’altra serie di accorgimenti come, per esempio, lo smettere di sognare ad occhi aperti. I sogni ad occhi aperti, il desiderare qualcosa e non fare niente per realizzarlo, è indubbiamente deleterio: bisogna, invece, agire. L’azione è il miglior modo per aumentare la fiducia in se stessi.
Inoltre, rifacendoci al discorso precedente, è bene ricordare della famosa profezia che si auto-avvera: secondo questa profezia, quello che si crede come vero, prima o poi accadrà veramente. Quindi è proprio consigliabile che da un atteggiamento mentale negativo si passi ad uno prettamente positivo.
Per avere più fiducia in se stessi non occorre poi provare a raggiungere la perfezione in ogni cosa; bisognerà, bensì, provare a raggiungere la migliore versione di quello che è possibile realizzare. Le cose perfette non esistono e provare a raggiungerle ci farà solamente sentire continuamente inferiori.
Infine, se si hanno problemi ad acquisire fiducia in se stessi, si provi almeno all’inizio a svolgere piccoli compiti, per poi arrivare a compiti più onerosi.